Ti va di fare da moderatore a un convegno sulla mobilità elettrica?” Pensavo fosse una delle tante riunioni ove gli oratori fanno passerella sforando il tempo concesso, abusano della pazienza altrui proiettando a mitraglia tabelle illeggibili, si dilungano con frasi fatte quando tutti hanno voglia di caffè. E invece il Tesla Club Italy Revolution si è rivelato a sorpresa come un evento entusiastico ed entusiasmante. Non dissertazioni dotte e incomprensibili, ma chiare e illuminanti lezioni universitarie sullo stato della tecnica. Non messaggi gonfiati sui km di autonomia, ma trasparenti informazioni sui limiti, sui difetti e anche sui costi di gestione dell’auto elettrica. Non pubblicizzate da chi le produce, ma sperimentate sulla pelle da chi le usa già. Non il piagnisteo di chi implora una semplice colonnina di ricarica sotto casa a spese della collettività, ma una spinta dal basso a diffondere ogni giorno stazioni di ricarica potenti, veloci, sistemate in punti strategici, anche all’interno degli alberghi, anche autonomamente rispetto agli “enti ufficiali”. E poi i possessori di Tesla, autentici pionieri appassionati, esperti, ma anche graziosamente comici nel prendersi in giro, nel divertire la platea in un susseguirsi di applausi, spesso a scena aperta.

Dovevo fare da moderatore, ma ho imparato molto. Dovevamo esaudire le domande di un uditorio generico, e invece abbiamo trovato giovani preparati che hanno fornito a noi risposte precise e puntuali. Dovevo rappresentare la critica, mantenere i piedi per terra, ma mi sono fatto infettare dalla passione dei 270 presenti al Tesla Club Italy Revolution. Non posso negarlo, a Verona si respirava la consapevolezza di partecipare all’inizio di una nuova era della mobilità individuale.

Enrico De Vita

Tesla Club Italy desidera ringraziare Enrico De Vita per la preziosa collaborazione.

Chi è Enrico De Vita?
Laureato in ingegneria meccanica nel 1963 all’Università di Genova, ha lavorato per otto anni nell’industria dell’auto e della moto; dapprima, alla Innocenti di Milano, ove si è occupato degli stabilimenti Lambretta nel mondo e poi dell’auto come responsabile dell’Ufficio Tecnico Assistenza; successivamente, alla Moto Guzzi, come responsabile delle esportazioni. E in tale veste ha curato la produzione e la vendita delle V7 alla polizia americana.
Nel 1971 viene chiamato dall’Editoriale Domus alla preparazione della enciclopedia Milleruote. Diventa giornalista professionista nel 1973 e caporedattore della enciclopedia, che viene poi tradotta in sei lingue. Dal 1972 collabora con la rivista Quattroruote nella cui redazione entra come caposervizio della tecnica, nel 1976. Vi rimane con l’incarico di caporedattore fino al 1996. Sono sue tutte le inchieste – dal 1988 al 1993 – sul contenuto di benzene nella benzina verde che hanno poi portato alla riduzione del contenuto di idrocarburi aromatici nelle benzine europee.
Dal 1996 ha operato come editorialista nelle riviste “AM-Automese”, “PanoramaAuto” e “Auto”, rivista con la quale collabora tuttora con approfondite inchieste mensili. Dal 2012 è anche editorialista del sito www.automoto.it .
E’ autore delle inchieste sulla durata dei lubrificanti, sulla pericolosità del benzene, sulla combustione nei motori diesel, sulle fonti dell’inquinamento, sui difetti delle auto, sulle garanzie, sulle “targhe alterne” e sui punti neri delle tangenziali milanesi. Più recentemente ha dedicato numerose inchieste allo scandalo dei semafori truccati.
Ha fatto parte del direttivo del Comitato Difesa Consumatori (Altroconsumo) dalla sua fondazione, nel 1973, ed è fra i soci fondatori del Movimento Consumatori nel 1985. In tali associazioni si è sempre occupato del settore trasporti. E’ stato membro del Giurì del Design, organo di autodisciplina nelle controversie afferenti il design industriale. E’ spesso ospite di trasmissioni e rubriche TV, nonché dei giornali radio in veste di esperto di sicurezza stradale, dei problemi dell’inquinamento, dei problemi legislativi e fiscali legati all’automobile e alla difesa del consumatore automobilista.